Torniamo a parlare di una vittima di violenza cruda, scellerata e senza scrupoli.
Una violenza fredda, studiata e premeditata che anche stavolta ha colpito una giovane donna in procinto di affacciarsi alla vita che, invece, per mano di un uomo è stata cruentemente e definitivamente spezzata.
Parlare di questo argomento è sicuramente complesso, quanto delicato, perché sebbene l’epilogo sia il medesimo, le cause sono molteplici e tutte ingiustificabili.
Si fa spesso un discorso di cultura patriarcale, ma in alcuni casi si tratta solo di spasmodico desiderio di possesso e controllo della libertà altrui o di non accettazione della fine di una relazione.
Tutto questo deve necessariamente arrestarsi e ciò potrà avvenire solo ed esclusivamente con una rivoluzione culturale, affinché dal basso cambi il modo di vedere le cose, ossia attraverso il pieno rispetto della libertà altrui.
Purtroppo, parliamo di percorsi lunghi e per nulla semplici ma, di certo, il silenzio non aiuta.
Talvolta il silenzio può diventare quasi complice e, invece, la risposta deve essere il rumore, il segno di ribellione piena a qualunque tipo di costrizione, perché tanti casi ci hanno insegnato che l’alternativa alla fuga è la morte.
L’ennesima morte, che non deve essere un lutto di famiglia o un argomento di cui si discute per alcuni giorni nelle famiglie, lasciando, dopo qualche tempo, il tutto in un lontano ricordo o soltanto un numero da aggiungere alla lista.
Questi crimini devono diventare dei lutti dell’intera società e, come tali, devono essere trattati. Nessuno deve sentirsi in una sorta di isolamento sociale e la società stessa deve individuare e limitare il possibile criminale mettendo in salvo, con ogni mezzo, la potenziale vittima.
Il rispetto verso il prossimo deve essere il fondamento su cui dobbiamo sensibilizzare la nostra società. Nessuno può in alcun modo arrogarsi la facoltà di distruggere la vita altrui!
Proprio per dare voce a chi una voce non ce l’ha più è necessario unirci per far sentire quanto rumore siamo capaci di fare tutti insieme.
Vi aspettiamo al Pontile di Ostia, sabato 25 novembre, alle ore 15,00, per rompere il silenzio assordante con il rumore più potente.